La critica giuridica al “pacchetto sicurezza”: eredità di rigore, libertà e Costituzione del Prof. Avv. Francesco Forzati.

Nella Relazione n. 33/2025 del 23.06.25, l’Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione ha analizzato in dettaglio il cosiddetto decreto sicurezza ” (d.l. n. 48/2025, convertito con l. n. 80/2025), dedicando ampio spazio ai profili costituzionali, sistematici e penalistici più controversi.
Tra i contributi dottrinali esplicitamente citati compare, più volte (ben 22), quello del Prof. Avv. Francesco Forzati, segno della profonda incidenza della sua riflessione nel dibattito giuridico e dottrinale contemporaneo, soprattutto in materia di sicurezza, avendo, tra l’altro, egli pubblicato un tomo fondamentale nell’esegesi della materia trattata, dal titolo “La sicurezza fra diritto penale e potere punitivo. Genesi e fenomenologia dell’illecito securitario post moderno fra involuzioni potestative e regressioni al postmoderno“, Napoli, 2020.
La citazione ed il richiamo degli scritti del Prof. Forzati, soprattutto nell’alveo di una delle più alte istituzioni di studio del Paese, come appunto l’Ufficio del Massimario della Cassazione, costituiscono un riconoscimento esplicito ed implicito dell’eredità civile e culturale da lui lasciata, nonché dell’attualità del suo pensiero critico, da sempre orientato, nell’insegnamento come nella professione, a ricordare la funzione del diritto penale come presidio di garanzia e di giustizia sostanziale, da impiegarsi solo in casi di extrema ratio. Al contrario, come denunciato con chiarezza dallo stesso Forzati, la legislazione italiana tende spesso a farne uno strumento ordinario, espressione di un evidente panpenalismo normativo, che finisce con il creare norme manifesto, non più percepite nemmeno quali deterrenti dal cittadino.
Il Prof. Forzati aveva colto sin dal principio la portata problematica delle norme securitarie, denunciandone il carattere eccezionalistico e la loro capacità di svuotare, nella prassi, il principio di legalità ed il diritto di difesa.
Il fulcro della riflessione di Forzati è la critica alla declinazione “stato-centrica ” e punitiva del concetto di sicurezza, intesa come rafforzamento dei poteri delle forze dell’ordine e compressione progressiva delle tutele giudiziarie e dei diritti fondamentali. Si tratta, secondo il Professore , di una “sicurezza” che abbandona il modello costituzionale di bilanciamento per abbracciare una logica binaria, per cui alla marginalità sociale o al dissenso si risponde non con il diritto, ma con l’ordine pubblico.
Nella Relazione, sono numerosi i passaggi in cui vengono riprese le sue sue osservazioni tratte dal saggio pubblicato nel 2023, dal titolo eloquente: “il nuovo Ddl sicurezza fra il nuovo Ddl sicurezza fra (poche) luci e (molte) ombre”:
– l’incremento selettivo delle pene, legato non alla gravità del fatto, ma al tipo di soggetto passivo (es. lesioni a pubblici ufficiali in qualunque contesto, anche estraneo soggetto passivo (es. lesioni a pubblici ufficiali in qualunque contesto, anche estraneo alle manifestazioni sportive), con il rischio, più volte denunciato da Forzati, di una tipizzazione polarizzata su autore e vittima, anziché sulla condotta;
-l’introduzione del nuovo reato di “rivolta in istituto penitenziario” (art. 415–bis c.p.), che prevede pene elevate per soggetti già reclusi, anche in caso di atti non violenti, con il rischio –– denunciato in modo chiaro –– di configurare una responsabilità di posizione, fondata sullo status (detenuto o migrante), anziché su un fatto penalmente rilevante;
– la possibilità che atti di disobbedienza pacifica, come il rifiuto del cibo o l’astensione da attività, siano penalizzati alla stregua di condotte violente, in violazione del principio siano penalizzati alla stregua di condotte violente, in violazione del principio di offensività, e con evidenti ricadute sul diritto naturale di resistenza all’oppressione, richiamato esplicitamente da Forzati nella sua analisi.

La Cassazione –– pur con il consueto rigore istituzionale consueto rigore istituzionale –– non nasconde il giudizio critico sul carattere regressivo della riforma, e riconosce ai contributi dottrinali, tra cui quello di Forzati, il merito di aver “mantenuto viva la tensione costituzionale nelle pieghe di un diritto migratorio sempre più emergenziale.

Il Prof. Forzati ha esercitato la professione forense e l’insegnamento universitario con una dedizione rara: capace di coniugare tecnica e coscienza, logica giuridica e sensibilità costituzionale.
Ha interpretato il diritto penale non come esercizio astratto, ma come luogo della responsabilità verso le persone più fragili e verso la società intera.
Le sue critiche al decreto sicurezza non erano mosse da mero esercizio di retorica dogmatica, bensì da principi non negoziabili: il rispetto del principio della necessaria materialità della condotta, il ruolo del giudice come garante e non come ratificatore. Per questo la sua voce ha trovato ascolto anche nelle sedi istituzionali più alte.


EGFM Legal & Consulting, di cui il Prof. Avv. Francesco Forzati è stato socio fondatore e partner, registra con orgoglio e profonda commozione questo riconoscimento implicito ma inequivocabile. Esso rappresenta un invito e uno sprone uno sprone a continuare sulla strada da lui tracciata, fondata sulla difesa della Costituzione, dei diritti fondamentali e della dignità della persona, sostenendo attivamente ogni iniziativa, che abbia come obiettivo la divulgazione e valorizzazione del suo pensiero giuridico e civile.

Siamo profondamente profondamente riconoscenti verso le istituzioni accademiche e culturali che verso le istituzioni accademiche e culturali che hanno già intrapreso questo percorso. In particolare, insieme alla famiglia Forzati, ringraziamo l’Università degli studi di Napoli Federico II che, in collaborazione con l’associazione studentesca ELSA Napoli, ha promosso una serie di seminari in memoria del Prof. Forzati, dedicati a temi centrali del suo impegno, tra cui il rapporto tra sicurezza e garanzie costituzionali.

La Fondazione Premio Napoli che, al termine di un incontro significativamente intitolato “Sicurezza senza diritti?”, ha conferito il Premio ha conferito il Premio in ricordo di Enrico e
Francesco Forzati, proprio all’ELSA “per il tenace impegno nel contribuire allo sviluppo della cultura internazionale e delle competenze professionali degli studenti dei giovani laureati di area giuridica, affinchè, partendo dal Mezzogiorno d’’Italia, possano guidarci verso un futuro migliore verso un futuro migliore”.

Riteniamo che questo sia il modo più autentico di onorare la memoria di un fratello, compianto amico e collega, continuando a fare vivere il suo pensiero attraverso il dialogo, la formazione e l’impegno culturale.
Francesco Forzati ci ha insegnato che non può esserci sicurezza senza giustizia, e che la giustizia è tale solo se non smette mai di interrogarsi su sé stessa.
Ed è in questa direzione che intendiamo proseguire, con senso di responsabilità e profondo affetto.